Spesso le mamme mi chiedono se sia opportuno vaccinare i loro bimbi contro il morbillo: ne ho già parlato ma continuo a ripeterlo: si! Per far si che il morbillo diventi solo una malattia di cui leggere sui libri di testo di pediatria. E ad avvalorare la mia tesi l’ultimo appello di medici senza frontiere per ottenere più risorse nei paesi del terzo mondo. Sarebbe come mettersi una fetta di prosciutto sugli occhi pensare che sia un problema che non ci riguarda. Infatti, se proprio non si vuole guardare il puro aspetto umanitario, non dobbiamo dimenticare che non è così difficile venire a contatto con bimbi residenti in quei paesi. Durante questa settimana a Washington si terrà un summit che riunirà le associazioni impegnate a livello globale per sconfiggere l’infezione; queste hanno denunciato il dilagare delle epidemie di morbillo, ma anche la scarsa risposta internazionale.
I protocolli di vaccinazione dovrebbero essere completamente aggiornati, sia in termini di risposta all’epidemia sia di prevenzione, per ottenere livelli ottimali di protezione contro lo scoppio di future epidemie nelle aree ad alto rischio. Le cure per il morbillo dovrebbero inoltre essere incluse sistematicamente nelle strategie complessive di salute pubblica. È certo che nel prossimo futuro ci saranno più epidemie e non è giusto aspettare che accadano. Nonostante i dati confermino l’urgenza di intervenire, molti dei Paesi che sperimentano queste epidemie non mobilitano adeguatamente le risorse disponibili per organizzare campagne di vaccinazione. Perché la lotta contro il morbillo non sembra più essere una priorità politica né dei ministeri della Salute che devono fare continui compromessi per la salute pubblica, né per i donatori che stanno riducendo i finanziamenti.

