Tra tutti i virus intestinali che colpiscono i bambini, il rotavirus è uno dei più diffusi e pericolosi: è ritenuto il principale responsabile della mortalità per infezioni gastro-enteriche nei paesi in via di sviluppo. Esiste in diverse forme, ma l’infezione è pericolosa solo quando provocata dai rotavirus A (e in misura minore da quelli B e C). È la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini al di sotto dei 5 anni, ma l ‘aver contratto il virus una volta non dà immunità sufficiente, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma più leggera. È attivo tutto l’anno, con un picco stagionale nel periodo tra novembre e marzo.
La principale via di trasmissione del virus è quella oro-fecale, ma qualche volta la diffusione può avvenire anche per contatto e per via respiratoria. La diffusione da persona a persona attraverso la contaminazione delle mani è probabilmente la più diffusa negli ambienti comunitari, in particolare negli asili nido. Nelle mense e negli altri luoghi di ristoro, il rotavirus può essere trasmesso quando gli alimenti sono maneggiati da un’operatore infetto che non si sia lavato accuratamente le mani.
L’ incubazione è di circa due giorni, dopo i quali insorgono i sintomi: febbre, disturbi gastrici, vomito e diarrea acquosa. La fase acuta dura circa 48 ore, in seguito alle quali gli attacchi di vomito e le scariche tendono a calare di frequenza.
Una normale infezione da rotavirus persiste dai 7 ai 10 giorni, durante i quali il bambino risulterà essere inappetente e privo di forze. Nella maggior parte dei casi, quando si sviluppa una forma blanda di diarrea, i malati guariscono senza alcun trattamento. Tuttavia, una diarrea acuta può portare alla grave complicanza della disidratazione. Nei bambini colpiti da rotavirus è frequente pertanto il ricovero in ospedale (circa un caso ogni 30) a causa di una inidonea assunzione di liquidi.
All’insorgere dei primi sintomi è opportuno pertanto intervenire interrompendo o riducendo al minimo l’alimentazione del bambino. Per i lattanti non è necessario sospendere la somministrazione del latte ma è bene ridurre la durata delle poppate finché non si ridurranno le crisi di vomito. Per i bambini più grandi è fondamentale preferire cibi secchi e leggeri, ma se durante la fase acuta il bambino è inappetente, è sempre meglio non forzarlo a mangiare. Indispensabile però mantenere una buona idratazione con acqua a piccoli sorsi. Quando la febbre supera i 38 gradi si può somministrare del paracetamolo (non in supposte : verrebbero eliminati prima ancora di essere stati assorbiti dall’intestino).
Nei giorni successivi, unitamente alla graduale ripresa dell’alimentazione, è possibile somministrare dei preparati probiotici o soluzioni saline
Prevenzione e vaccinazioni contro il rotavirus:
Non esistono misure efficaci per eliminare completamente l’infezione da rotavirus o la sua diffusione. Lavarsi le mani con il sapone o con altri detergenti non uccide il virus, ma può limitarne la diffusione. Per prevenire la diffusione delle malattie diarroiche in generale è fondamentale mantenere buone condizioni igieniche sia a casa che nelle comunità.
Per quanto riguarda invece il vaccino, la situazione ancora oggi è controversa: nel 1999 un vaccino altamente efficace contro il rotavirus, è stato ritirato dal mercato dopo meno di un anno dall’immissione in commercio negli Stati Uniti, a causa della sua associazione con casi di invaginazione intestinale.
Nel 2006 sono stati brevettati altri due vaccini antirotavirus, ambedue a base di virus vivi attenuati, da somministrare per via orale. Nonostante per entrambi i vaccini, un’attenta sorveglianza non ha rivelato alcun aumento del rischio di invaginazione intestinale nei gruppi vaccinati, c’è ancora molto scetticismo e i pediatri esprimono pareri discordanti nel consigliarlo o meno ai bimbi italiani.


